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Recupera password Registrati ora gratuitamente. Silvano Fascia. Scheda vista 5. Silvano Fascia via R. Negli anni successivi, vari imperatori, da Cesare a Nerone , promossero un piano di ripopolamento inviando colonie nei territori ove sorgeva la città. Ai tempi di Traiano , Isernia venne elevata al rango di Municipio ; in quel periodo, venne anche costruito il Capitolium [21]. Dopo la caduta dell'Impero romano, Isernia venne distrutta nel dai Vandali , capitanati da Genserico , per ben tre volte dai Saraceni , negli anni , e Nel VII secolo , i Longobardi del ducato di Benevento ne promossero la rinascita [22] con la costruzione di opere pubbliche.
Inoltre, nel , fu saccheggiata da Marcovaldo di Annweiler. Dopo vari passaggi di proprietà della città tra un feudatario ed un altro, nel Isernia fu annessa da Carlo V al Regno di Napoli. Il Sovrano prese alloggio nel Palazzo Cimorelli, sito nella via che poi prese il Suo nome, ospite di Vincenzo Cimorelli n. L'indomani, alla partenza per Venafro , donava all'ospite la sua tabacchiera d'oro in un cofanetto sul coperchio del quale erano incise le iniziali reali [24].
A causa dei danni causati da questi e da altri bombardamenti, verso la metà del XX secolo si pose in atto un piano di rinascita [28] della città, che prevedeva anche lo sviluppo nella zona più a nord. In realtà, questo non era il primo tentativo in tal senso: l'istituzione della provincia era stata promossa già nel da Gioacchino Murat , ma senza successo.
Il e furono gli anni ricordati a Isernia come 'della violenza sociale'.
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Lo stemma di Isernia [30] è formato da uno scudo oblungo di tipo sannitico, su cui campeggiano le iniziali della città composte da un caduceo , intorno al quale è attorcigliato un serpente; lo scudo è avvolto da foglie di acanto ed è sormontato da un elmo, rabescato a cancelli con cimiero. Le lettere, le foglie e i bordi dello scudo sono giallo-oro, lo scudo è azzurro e l'elmo è grigio scuro.
Il caduceo, emblema del potere ed anche della prosperità, indica che Isernia è stata sempre città regia e mai assoggettata in feudo, se non per pochi anni; il serpente, invece, è simbolo di prudenza, di riflessione, di pace e di sollecitudine, qualità necessarie per riuscire nelle imprese. Il caduceo e il serpente accoppiati simboleggiano anche la prosperità e la buona salute; erano infatti attributi tradizionali di Esculapio, dio della medicina.
Non si hanno notizie certe dell'epoca in cui è stato adottato lo stemma [31] , né si conosce il nome del suo ideatore. Il primo documento storico pervenuto, su cui è riprodotto lo stemma della città di Isernia, è il privilegio concesso alla città da Carlo V nel , il cui originale cartaceo è conservato nella biblioteca comunale.
Nel corso dei secoli è stato più volte ritoccato, abbellito, ma lo scudo e la disposizione delle lettere sono rimasti sempre uguali; quello attuale risale al La Città di Isernia è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione , insignita della Medaglia d'oro al valor civile [32] e della Croce di guerra al valor militare [33] per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale :.
È la chiesa più importante della città, cattedrale della diocesi di Isernia-Venafro è dedicata a San Pietro Apostolo e si trova in piazza Andrea d'Isernia. L'edificio attuale sorge su un antico tempio pagano italico del III secolo a. Il tempio era un capitolium , cioè un tempio dedicato alla triade capitolina che aveva l'ingresso dalla parte opposta rispetto alla collocazione attuale.
In epoca medioevale venne costruita una cattedrale di stile greco-bizantino che rispettava la disposizione del precedente tempio pagano. Nel questo edificio fu distrutto completamente da un terremoto e venne costruito un nuovo edificio nella disposizione moderna. L'aspetto attuale è dovuto ai restauri neoclassici ordinati dal vescovo Gennaro Saladino nella seconda metà del XIX secolo che presenta il grande timpano triangolare in travertino , è sorretta da due coppie di pilastri agli angoli e da quattro alte colonne ioniche sulla fronte. Lo spazio interno appare suddiviso in tre navate con pilastri decorati da lesene corinzie in marmi policromi.
Il campanile della chiesa, situato tra il fianco sinistro del tempio e l'Università, fu realizzato nel ed è attraversato dal cosiddetto Arco di San Pietro. I due ingressi dell'arco sono sorvegliati da quattro statue togate romane, inizialmente acefale, conosciute nella cultura locale come mamozi.
Annoverata fra le fontane monumentali d'Italia per la sua mirabile struttura architettonica, la fontana Fraterna [34] [35] [36] è una delle opere più significative e più importanti nonché simbolo della città. La fontana, composta da blocchi di pietra locale provenienti da un numero imprecisato di edifici nella città e da costruzioni di epoca romana, è formata principalmente da una serie di archi a tutto sesto.
Presenta diverse epigrafi incise su di essa, tra cui una dedicata agli Dei Mani. Al centro della fontana c'è una lastra di marmo più grande delle altre, decorata con due delfini ed un fiore, proveniente da un edificio sepolcrale. La fonte si trova in piazza Celestino V a seguito dei bombardamenti del ; in precedenza si trovava in piazza della Fraterna, da cui prese il nome. Il manufatto è a due soli ordini, quantunque misuri 57 metri d'altezza, il che lo rende specialmente ardito e singolare. È lungo ben metri, di cui 92 tra le spalle.
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Riesce svelto allo sguardo e pertanto, per la sua grande mole, desta un senso d'imponenza ed ammirazione, specialmente a chi lo ammira dal fondo della valle. Vi si impiegarono Allo scopo di diminuirne il peso, tra la sommità delle arcate superiori e il piano stradale vi è una galleria longitudinale di metri, della capacità di metri cubi Detta galleria è illuminata da finestre ricavate sotto gli archetti ed è comodamente praticabile. Isernia non è stata mai dotata di un castello, piuttosto di una cinta muraria ancora oggi in parte individuabile nel centro antico.
La sopraelevazione naturale dell'abitato sulla collina, rendeva già dal XII secolo Isernia una città ben protetta.
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Per quanto riguarda la precedente era romana, quando la città era la capitale dei Sanniti Pentri, gli elementi arrivati sino ad oggi riguardanti la muratura, a grossi blocchi trachinici parallelepipedi, oggi ne sono visibili delle tracce sulla parte orientale. Il foro romano era l'attuale Piazza Andrea d'Isernia o piazza del Mercato, dove il duomo di San Pietro fu eretto sopra il tempio di Giove. Il decumanus maximus coincideva con l'andamento del corso Marcelli; nella ripetizione regolare dei vicoli a questo ortogonali, unica eccezione il vico Storto del Castello, si riconosce una teoria di cardines.
La cinta muraria orientale, benché in rovina, serviva come camminamento di ronda. Tre sono i fornici di accesso, il primo dalla chiesa di Santa Maria delle Monache, il secondo all'altezza della cattedrale, dalla porta del campanile di San Pietro, e il terzo al di sotto della chiesa di Santa Chiara, mediante Porta Fonticella. Nei pressi di Piazza Purgatorio, dove sorgeva la chiesa, distrutta nel bombardamento del , pare che manchi un tratto della cortina muraria, forse crollato già col terremoto del , si nota una rientranza, un declivio con un terreno senza costruzioni.
Sul lato meridionale la muratura mostra un avancorpo, una torre circolare e Porta da Piedi, con un ponte che scavalcava un fossato; quest'ultimo sembra generato dal fiume Carpino. Probabilmente venne realizzato un canale artificiale a protezione dell'accesso alle mura, all'inizio del corso Marcelli.
Il lato nord delle mura appare caratterizzato da una serie di massicci contrafforti che fanno supporre l'ampio riutilizzo dei resti delle mura sannitiche; manca l'ingresso da nord, detto Porta Maggiore, che accoglieva i mercanti e i pellegrini dalla strada degli Abruzzi e di Bojano, Campobasso, e vi si trovava la chiesa dell'Immacolata Concezione. Il disegno di Pacichelli non fornisce informazioni sul versante occidentali, opposto al punto di vista della città, una pianta del XIX realizzata dal geografo Tommaso Zampi, custodita nella Biblioteca nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli, mostra com'era la pianta muraria di questa porzione, dall'andamento a cortina.
Il fronte occidentale presentava tre torri circolari, individuabili facilmente tra le case, e 4 porte di accesso: Porta Castello, Porta di Giobbe, vicino il vicolo Castello, e Porta Mercatello, che esiste ancora oggi, e introduce a Piazza Andrea d'Isernia; poi ancora Porta San Bartolomeo, che si trovava vicino la chiesa omonima oggi distrutta, la porta è ancora esistente, si trova in Largo Ciarlante. Recentemente, una sezione del tragitto è stata sostituita da una superstrada pressoché parallela, che ha notevolmente ridotto i tempi di percorrenza della tratta Isernia- Rionero Sannitico.
Sul territorio comunale di Isernia sorgono numerose frazioni e contrade che comportano una distribuzione demografica irregolare all'interno del comune. Il centro abitato principale ha una popolazione che si attesta intorno alle Un notevole incremento demografico si è avuto subito dopo l'istituzione della provincia di Isernia nel [29]. Tale variazione positiva è proseguita in maniera ridotta nei decenni successivi.
Per far fronte all'incremento della popolazione residente sono sorti due nuovi quartieri con ampi spazi verdi ed ampie carreggiate stradali: il quartiere San Leucio e il quartiere San Lazzaro, leggermente distaccato dal centro cittadino primario. Negli ultimi anni è in notevole espansione la zona nord della città località Nunziatella , con la costruzione di un piccolo ma moderno centro commerciale e con l'ammodernamento dell'impianto stradale attraverso la realizzazione di nuove rotonde e di una nuova strada doppia corsia e due marciapiedi che collega più agevolmente il centro della città direttamente con il nuovo polo di Pesche dell' università del Molise.
Abitanti censiti [43].
Molto popolosa è la comunità rom , presente soprattutto a causa delle deportazioni compiute dal regime fascista nel nel locale campo di internamento. La maggior parte dei rom risiede nelle abitazioni popolari dei quartieri di San Lazzaro e San Leucio. Il dialetto di Isernia fa parte del dialetto molisano della zona centro-occidentale della regione, con tutte le sue particolarità. Lo statuto comunale di Isernia indica come patrono san Pietro Celestino , considerato dalla tradizione nativo del luogo, mentre la diocesi di Isernia-Venafro riconosce quali patroni san Nicandro [22] [45] , san Marciano e santa Daria , il cui culto, come riportano alcuni documenti, [46] fu celebrato con fiere e processioni religiose già nel XIX secolo.
Tale culto, abbandonato nei primi decenni del Novecento, si è conservato intatto nella vicina Venafro , dove nel d. A Isernia è molto diffusa da secoli la lavorazione del merletto a tombolo [47] [48] Isernia è definita anche la città dei merletti. La cosa che più contraddistingue il tombolo isernino è, oltre alla finissima fattura, un tipo di filo prodotto in zona di colore avorio che rende tutto il lavoro più luminoso ed elegante. La sua introduzione nella città è di antica origine, si presume infatti che la diffusione risalga al XIV secolo , ad opera di suore spagnole che alloggiavano nel monastero di Santa Maria delle Monache.
Col passare del tempo il tombolo viene lavorato sempre meno in maniera artigianale e sempre più in maniera industriale. È anche materia presso l'Istituto artistico della città. A Isernia sono presenti numerose confraternite [49] [50]. La più antica è la confraternita "la Fraterna", istituita nel di Pietro Angelerio futuro papa Celestino V ; poi esistono la confraternita del "Santissimo Rosario", la confraternita "Santa Maria del Suffragio" e la confraternita di "Sant'Antonio. In passato le dispute tra le varie confraternite erano delle vere e proprie lotte di classe, poiché ogni confraternita rappresentava una diversa classe sociale.
Essa percorre tutta la città e riscuote una partecipazione da parte della popolazione davvero numerosa. Molto tradizionale è la presenza degli incappucciati , fedeli che per un voto di penitenza partecipano alla processione incappucciandosi totalmente con un telo bianco in modo da non permettere a nessuno di essere riconosciuti , e si incoronano la testa con una corona di spine. Molti di loro, per aggravare la penitenza, portano croci e camminano scalzi per tutto il percorso della processione; loro è anche il compito di portare statue della Mater Dolorosa e del Cristo Morto.
Le confraternite della città partecipano alla processione, ognuna con un ruolo ben preciso all'interno del corteo.
Come stabilito anche dalla ricerca di Legambiente , Mal'Aria [53] , Isernia è uno dei capoluoghi di provincia con la qualità dell'aria più alta d'Italia, grazie alla folta vegetazione ed alla bassa urbanizzazione del suo territorio ed alla mancanza di industrie pesanti e di traffico. Isernia è sede di varie scuole elementari e medie, e di un numero rilevante di complessi scolastici per le scuole superiori. Con l'espansione della città sono stati costruiti due nuovi plessi scolastici nei quartieri San Leucio e San Lazzaro , intitolati ai due giovani studenti di Isernia Michele Iavagnilio e Vittorio Tagliente, i quali persero la vita durante il terremoto dell'Aquila del Attualmente le scuole elementari intitolate a San Giovanni Bosco e ad Ignazio Silone sono chiuse a causa dell'inagibilità dei rispettivi edifici.